Grey's Anatomy

Recensione di Daniele – Grey’s Anatomy 13×08 The Room Where It Happens

Primo episodio di Grey’s Anatomy in un America che ha eletto Donald Trump Presidente.

Lo so, sembra dispotico e utopistico, un plot twist degno di un season finale di Grey’s.

E invece è la realtà.

Chissà quanto tempo passerà prima che avremo i nuovi episodi il prossimo anno in cui Meredith Grey non inviterà più le donne a far sentire la propria voce ma a trovarsi un uomo bianco e ricco, possibilmente vecchio e prossimo alla morte da cui farsi mantenere; o Arizona che dirà cose come: “scusa, devo andare perchè ho la mia seduta settimanale di elettroshock per tornare etero”; o la Bailey che sarà rimossa dalla sua carica di capo al grido di “Make America White Again”.

In questa orribile settimana, Grey’s Anatomy arriva con un nuovo episodio a ricordarci che la magia e le cose belle in questo mondo, esistono ancora.

Surreale come il famoso episodio musical della serie, questa 13×08 mantiene il suo livello di drama e poesia in chiave reale perchè per fortuna nessuno si mette a cantare.

Questa settimana abbiamo davvero alzato il tiro, abbiamo davvero portato in tv qualcosa di valido, di qualitativamente inestimabile, rompendo tutti gli schemi stilistici che normalmente caratterizzano un episodio di GA.

Siamo di fronte a un piccolo gioiellino indipendente, a una nuova 12×09.

E io amo questa voglia di sperimentare degli autori, di non voler essere vittime della monotonia ma di rischiare, di portare sempre idee nuove, sperimentali, inusuali, diverse.

Giovedì\Venerdì sera non siamo stati davanti al pc.

Siamo stati a teatro.

Shonda Rhimes regala a una nazione che merita solo di avere in tv show come “The Apprentice” un assaggio di quel meraviglioso mondo artistico che è il teatro.

E nessuno se non la nostra Debbie Allen, maestra nel settore, sarebbe stata all’altezza di dirigere un episodio simile.

Questa 13×08 affascina e seduce lo spettatore nella sua rappresentazione del metateatro.

Un vero spettacolo per gli occhi ma anche per l’anima.

Perchè di certo non mancano le emozioni.

Emozioni che non derivano tanto dalla tecnica narrativa utilizzata, quanto dalla bravura dei nostri attori, dai personaggi e dalle loro storie che comunque restano il cuore di tutto.

Anche in un episodio così stravagante che rompe gli schemi.

È un bellissimo viaggio tra presente e passato, tra reale e irreale e la vera poesia, la vera meraviglia di questo episodio è che la differenza tra le due parti non esiste.

I confini si spezzano, le due realtà si mischino e diventano un tutt’uno.

Quei 40 minuti non sono mai passati tanto velocemente in questa che io definisco esperienza e non semplice visione.

Questo episodio è un atto a sé, che ha una sua cifra stilistica ben precisa e del tutto diversa da quello che è il modello standard di questa serie e proprio per questo è un episodio che è destinato a restare nella storia e nei ricordi di questo show.

Una scommessa vinta da parte degli autori.

Un gioco trasformatosi in storia che gli autori hanno fatto con il pubblico, così come Richard con il suo team.

Concretamente stiamo parlando di fantasmi, presenze, allucinazioni in una stanza, ma non c’è nulla di horror o grottesco in tutto questo.

C’è solo poesia.

Cala il sipario e tutti i fantasmi vanno via… ma non è detto che non li rivedremo.

Perchè paradossalmente la vita è anche questo.

Metateatro.

  • Megan Hunt

Di Grey’s Anatomy amo la capacità di sorprendermi, di essere sempre un passo avanti alle mie teorie, supposizioni.. di essere sempre imprevedibile.

Anche dopo 11 anni.

Perchè chi se lo immaginava che avremmo mai visto Megan Hunt entrare in scena in questo modo?

Come dobbiamo definirla?

Ricordo? Allucinazione? Fantasma?

Col cavola Shonda, non mi freghi, lo so che non è morta, è ancora lì da qualche parte.

Aveva i capelli freschi di tinta, lo vedevo.

Megan Hunt appare in scena freezando tutti e non vi nascondo che me lo aspettavo l’intervento di Ilary Blasi dallo studio che diceva: “Megan, vuoi dire qualcosa a Meredith?”

Megan: “Ma no, è sufficiente già quello che tutte le MerDer shippers dicono di lei. Derek è Derek. Solo una cosa Meredith, ridagli il suo bacon e vai a giocare un po’ più in là.”

E invece a Megan – fantasma sembra star bene il fatto che Meredith lo abbia fatto 4 volte con il suo ex.

Mi piace lei”

Lo dice chiaramente, questa non era un’allucinazione, non me lo sono inventato.

A Megan-fantasma piace Meredith Grey.

La sua prima frase è stata proprio quella e non: “e tu devi essere quella che si scopa il mio ex quasi marito nel parcheggio”.

Big change.

Great Progress.

Che Megan Hunt segue lo show solo dalla dodicesima stagione, ossia da quando Riggs è apparso, è chiaro a tutti perchè ha consigliato a Owen di sposare Meredith “così puoi avere dei bambini”.

Megan non se l’è viste le stagioni passate, non lo sa che è più probabile che Trump porti la pace nel mondo nei prossimi 4 anni piuttosto che Meredith Grey resti incinta.

Ma tutto il suo dialogo con Owen mi è piaciuto.

Ovviamente non è reale, ovviamente non è lei in carne ed ossa ma è sicuramente uno specchio del loro rapporto, di ciò che erano questi due fratelli, della complicità e del legame che li univano.

Lei è la parte estroversa di lui, quella che lo sprona, lo rende meno impulsivo, meno l’Owen che ti ficca 2 metri di lingua in gola mentre state litigando e più l’Owen ragionevole, che è si seccato, ma capisce grazie a lei di dover fare un passo indietro, respirare e prendere una decisione sensata.

Ecco, Megan era la guida di Owen, colei che lo aiutava a pensare meglio, con più lucidità.

Sicuramente una presenza forte e positiva nella sua vita.

Questo è reale.

Questo assaggio di loro due che abbiamo visto in questo episodio è reale.

La Megan che gli dice di non sentirsi in colpa per aver quasi perdonato Nate è reale.
Perchè è sicuramente qualcosa che Megan direbbe, un aspetto del suo carattere che Owen conosce e che lo porta a immaginare quelle cose.

E tutto questo mi fa solo venir più voglia di vederla realmente in azione.

Non mi sembra di certo una debole di cuore questa Megan, ma una donna sicura, auto ironica (notare con quanta leggerezza parla del tradimento di Nate), forte e schietta.

Un bel personaggio che spero (anzi, sono convinto) vedremo in futuro.

Pensate solo a quanto potrebbero essere gloriosi questi flashback del passato di Owen e Megan in guerra se ci inseriamo anche Nathan e Teddy.

Diamo a questa backstory degli steroidi.

Ps. Abbiamo sentito anche Megan Hunt dire il nome “Nathan” ma ancora quel nome risulta pornografico solo se pronunciato da Meredith Grey.

Never Forget la perfezione di quel: “NEITHAN , come and sit with me awhile” nella 13×01.

MAKE GREY’S ANATOMY MERTHAN AGAIN!

  • Meredith e il fantasma della 11×21

Sicuramente tra le 4 storie è quella che più ci ha colpito e che spicca maggiormente, non solo per come hanno montato le scene: notare il gioco di luci, le riprese, la soundtrack, ma sopratutto perchè a Meredith siamo legati da un cordone ombelicale lungo 13 stagioni.

La sua storia è il fulcro, l’essenza di Grey’s Anatomy e quindi non si può non avere il cuore sul pavimento ogni volta che è così al centro di qualcosa, ogni volta che ci ricordano perchè questo personaggio è in onda da più di un decennio e il racconto della sua vita ancora non riesce a stancarci.

Ah si, e poi c’è Ellen Pompeo che con la sua performance è qui a ricordarci che non è solo Meredith il sole.

Non giriamoci attorno e andiamo subito al dunque.

Andiamo in quella sala dove l’atto finale di questo immenso episodio si è compiuto.

Io AMO il fatto che abbiano inserito Derek Shepherd, la sua presenza concreta, la sua figura in questo episodio.

Sospetto che un po’ sia stato un modo egoistico di Shonda per ricordare a Patrick Dempsey: “ma Jack di Bridget Jones Baby cosa? Che tu sei e sarai sempre Derek Christopher Shepherd, una mia creazione” ma nessun episodio se non questo, avrebbe permesso di riportarlo on screen.

Un episodio nato e morto in una sola stanza, un luogo stupefacente come l’isola lostiana.

Quello che accada in quella sala, resta in quella sala.

E dopo due anni rivedere Derek e Meredith in scena, nello stesso momento, anche solo per un effimero secondo, non poteva che essere qualcosa di forte per noi fan che con la loro storia ci siamo cresciuti.

A poesia stiamo ai livelli di Izzie Stevens che si fermava in corridoio perchè avvertiva la presenza di Danny Duquette.

Amo il fatto che abbiano concretamente e spudoratamente mostrato quel filo invisibile che ancora gli unisce, perchè Derek non s’è n’è mai andato, ma vive continuamente in quella cuffietta coi ferry boat, nelle parole di Meredith quando lo ricorda con Nathan o con le sue sorelle.

Ma questa volta il legame è così palese che non può non scuoterti.

Restarti dentro.

E allora sai che non sono solo lacrime di tristezza, ma anche di bellezza perchè tutto in quel momento lo è.

Nostalgia per una storia grandiosa che non ha avuto un lieto fine.

Sofferenza perchè per Meredith è ancora una ferita non completamente guarita.

Ci pensa ancora e lo sai, lo riconosci in ogni episodio da 2 anni a questa parte, ma questa volta te lo mostrano proprio.

E quindi non è tanto triste che Derek sia morto, dopo due stagioni, non più ormai, ma che Meredith sia\è stata quella donna distrutta, quel genitore solo che in quella stanza ha dovuto dire ai suoi figli che il loro papà è morto.

È rivivere questo che fa male.

Sapere che in Meredith Grey ci sono ferite del genere.

Però poi Meredith esce da quella stanza divenuta irreale e fuori dal tempo e lo sai che quella è solo una parte di lei.

Sai, che fuori c’è il mondo vero, quello fatto da 2 anni di post Derek, in cui lei è andata avanti, i suoi figli sono andati avanti, stanno bene adesso.

Vivono in un nuovo mondo, diverso, in cui il sole sta tornando a splendere.

E sicuro di questa promessa sai che adesso non fa più così male.

  • Richard

Il motto: “non basta una vita per conoscersi davvero” devono averlo inventato parlando di Grey’s Anatomy.

Perchè io sul serio resto sempre sbalordito quando personaggi che sono con noi da un decennio ci mostrano lati e sfumature della loro storia che ancora non conoscevamo e di cui ignoravamo persino l’esistenza.

Perchè voi avete mai pensato a un Richard Webber bambino?

Io no.

Come qualsiasi figlio col proprio genitore o con la sua figura di riferimento, l’ho visto sempre così: adulto, saggio, con il titolo da capo sul camice, imperfetto ma incrollabile.

Non ho mai pensato a un Richard bambino, magari vivace, irrequieto e dispettoso con i suoi fratelli, proprio perchè quando guardi una quercia centenaria sai che esiste da 100 ma ti è difficile immaginare che una volta era solo un seme.

Non ce lo vedo proprio un Richard Webber capriccioso che piange e urla a sua madre nel supermercato perchè non vuole comprargli la Nutella.

Se proprio devo pensare a Webber pischello penso a un bambino che dice alla mamma di non comprare la Nutella perchè dentro c’è l’olio di palma.

Non riesco a immaginare un Richard bambino la cui prima parola sia stata: “ba-ba” e non “Emicolectomia” o “Anastomosi”.

E invece questo episodio ci mostra un capitolo profondo e toccante della sua backstory che ancora una volta arricchisce la storia di questo personaggio e ci mostra anche il perchè della sua specializzazione.

Scoprire ancora dettagli così significanti dopo 11 anni è da brividi.

  • Stephanie

Questo episodio dimostra l’importanza di mostrare al pubblico il background di un personaggio.

È forse la prima volta in cui ho naturalmente provato empatia per Stephanie Edwards.

Se non ci fosse stata quella bambina col suo libro di anatomia in mano e avrei visto solo una Stephanie urlare e imporsi di fronte a 3 strutturati avrei solo pensato: “ma chi ti credi di essere? Ma smettila di giocare a fare la Cristina Yang”

E invece questi flashback, questo collegamento creato tra la Stephanie di oggi e quella di ieri ha fatto la differenza.

Bisogna sempre far cambiare prospettiva, punto di vista al pubblico riguardo un personaggio.

Non lo si può criticare senza prima conoscerlo.

Ma questo è l’errore che GA sta facendo da anni con i suoi nuovi specializzandi.

Dove sono le loro backstory?

Dove sono le scene che mostrano le motivazioni per cui un personaggio è così, agisce così, pensa così.

Perchè vedendoli solo frontalmente si fa fatica a creare un legame con loro, a provare empatia a comprendere il perchè delle loro scelte o dei loro modi di fare.

Non abbiamo materiale per motivare le loro scelte, per comprenderli realmente.

E quindi restano solo etichette: “stronza, spocchiosa, inutile, egoista, piagnucolona…” perchè di loro non sappiamo praticamente nulla se non quel poco che ci mostrano del loro presente in cui sono anche molto spesso sacrificati e costretti a fare da sfondo.

Stephanie è la prima specializzanda dopo l’era MAGIC (esclusa Lexie ovviamente, lei fa parte del pacchetto MAGIC +1 o MAGIC s come per l’iPhone) ad essere messa così in primo piano e a farsi realmente conoscere e apprezzare dal pubblico.

 

 

 

Conclusione:

Un episodio da All The Awards che non ha bisogno di altre parole.
Si commenta da solo.

Che serie pazzesca che abbiamo, ragazzi.

 

Voto: 9.5

 

BONUS

Che cosa stavano facendo tutti gli altri personaggi di Grey’s Anatomy in questo episodio?

  •  Nathan: zoomma uno dei BTS della 12×24 che Amelia gli ha inviato su Whatsapp in cui ci sono lui e Meredith che si sorridono al matrimonio, ignaro che due piani più sopra la sua ex è in sala operatoria sotto forma di boh.
  • Arizona: passa le ore a prendere ascensori sperando di beccare Eliza Minnick mentre si spruzza il profumo troio.
  • April: il tizio con cui chatta su Tinder le ha chiesto una foto sporca. Lei ha frainteso e gli ha mandato una in cui il suo camice è ricoperto di sangue. Lui non ha più risposto.
  • Jackson: Mangia nachos tra un giro di visite e l’altro. Si è inspiegabilmente ritrovato attratto da Total Eclipse of the Heart. È tutto il giorno che la canta e non riesce a smettere.
  • Alex: ha trovato un incisione su uno dei letti dell’ambulatorio. A + I = True Love. Lo sa, sente che l’ha fatta Izzie. Non è un caso. Fa una foto alle loro iniziali incise, la imposta come lockscreen. Si sega nel bagno al ricordo.
  • Jo e Andrew: Mangiano seduti per terra nei sotterranei del GSMH. Lui ha allungato le mani sui fianchi di lei. Lei lo ha lasciato fare. Sapeva che non era un gesto casuale. Ma la parmigiana di mamma DeLuca è così buona. Quel cibo vale ogni effusione Joluca.
  • Miranda: È sconvolta dall’elezione di Trump Presidente. Passa il giorno chiusa nel suo ufficio a insultarlo sui social con un account anonimo su Twitter. L’account si chiama @ImTheOnlyAndOneNazi. L’hashtag più usato: #HeIsNotMyNazi
  • Catherine: ha appena finito 50 sfumature di nero. Vuole provare con Richard i capitoli dal 3 al 7. Nel frattempo si chiede se il pene di Christian Grey sia un pene stressato. Si, i peni soffrono lo stress. Lei lo sa. Conosce tutti i segreti di quell’organo. Li studia da una vita. È la prima urologa negli Stati Uniti non a caso.
  • Maggie: stalkera Eliza Minnick e appena la vede nei corridoi finge di parlare al telefono e a voce alta urla: “Lo so che è una procedura rischiosa che solo un professionista estremamente capace è in grado di eseguire ma mi spiace ma non posso venire al San Raffaele ad operare il nipote di Silvio Berlusconi.. sono molto impegnata.”

 

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