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Chiamami col tuo nome- La Recensione

Questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta. Facevamo finta di niente. Parlavamo di tutto fuorché di quello. Ma l’abbiamo sempre saputo, e che adesso non dicessimo nulla era un’ulteriore conferma. Avevamo trovato le stelle, tu e io. E questo capita una volta sola nella vita

Chiamami col tuo nome è un film particolare. Un film fatto di immagini più che di parole, di sguardi più che di dialoghi, di tutto ciò che c’è di non detto in un rapporto. Ed è il non detto che fa sempre più male, sono le parole che non escono che sono quelle più importanti.

E quando un film è fatto di immagini e di parole non dette, non si può che non ammirare ancora di più il lavoro dei due protagonisti: Timothée Chalamet e Armie Hammer.

Il rapporto tra Elio ed Oliver è un segreto. Un segreto per gli altri ma soprattutto per loro. Lo sanno ma non lo dicono. Ed è la curiosità di sapere cosa ci sarebbe stato dopo, l’ardente desiderio di capire perché una sensazione così bella, perché il ricordo dell’estate di una vita, debba sparire.

Il film di Luca Guadagnino dipinge una storia sensibile, delicata, costruita su immagini e musica, su gesti e fisicità, su tentazioni e ricordi. La fotografia sembra di altri tempi, non solo perché il film è ambientato negli anni ’80, ma per i colori, le sfumature, le inquadrature, gli stacchi, sembra un film uscito da una macchina del tempo. Ed è il dolce ricordo di un’estate che doveva essere tranquilla ma che invece ha cambiato la vita di Elio e Oliver.

Il film ha anche una struttura diversa rispetto al genere: non c’è un villain, non c’è una tensione suggestiva che cresce portandoci al terzo atto. Forse il nemico di questa storia è semplicemente la vita; come vanno le cose certe volte. L’ingiustizia di come qualcosa di bello non possa durare… ma debba svanire.

Ed è un film coming of age, è una storia di crescita. Non è solo un film sulla confusione sessuale o su un rapporto segreto.

Raramente capita di vedere un film e di pensare: sì, questo è qualcosa di diverso. Raramente capita di pensare di aver visto qualcosa di unico. Il film di Guadagnino dona questa speciale sensazione.

Chiamami col tuo nome tocca l’anima, perché parla di un qualcosa di cui ci priviamo. Parla di un qualcosa che abbiamo vissuto e che sembra non potremo riavere più. Parla di una felicità toccata con mano e che non sembra più raggiungibile. Parla di quel fastidio allo stomaco: quelle farfalle, quel desiderio, quel fuoco, che non riusciamo più ad accendere ma accanto al quale vorremmo così tanto scaldarci di nuovo.

Voto: 8,5

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